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La Grande Recessione (2007-2009)
- Luigi Matarazzo, 09 Mar 2019
Oggi parliamo della Grande Recessione, crisi finanziaria dei mutui subprime USA che ha avuto ripercussioni sull'economia mondiale.

Cerchiamo di identificare chiaramente le varie problematiche riscontrate dalla fine della bolla delle Dotcom (1997-2000) fino al 2009, quando gli interventi pubblici hanno salvato banche ed economia.

Vediamo cosa è successo senza entrare troppo nel dettaglio.

1. LE PREMESSE

In risposta alla crisi delle Dotcom e all'attacco dell'11 settembre 2001, la Federal Reserve (FED) tenne i tassi di interesse storicamente bassi fino al 2004.

Questa manovra, che serviva per rilanciare l'economia, permise alle famiglie di otterenere soldi in prestito a basso costo e mutui a tassi di interessi molto bassi.

Ciò stimolò la domanda di abitazioni e di conseguenza i relativi prezzi, che aumentarono di molto in breve tempo. Questo creò una bolla immobiliare, cioè i prezzi delle case crebbero in costante aumento a tassi di interesse molto bassi.

Essendo inoltre i tassi di interesse variabili a quota molto più bassa dei mutui a tassi fissi, le famiglie si indebitarono ottenendo mutui a tassi variabili, che, come vedremo, causò ulteriori problemi di insolvibilità quando questi aumentarono.

2. L'INIZIO DELLA FINE

Mentre le famiglie continuavano ad indebitarsi con mutui ipotecari molto elevati, le banche mettevano al loro attivo i rispettivi crediti. Come sappiamo, i crediti che sono all'attivo del bilancio, non sono liquidi come il denaro e non possono essere convertiti facilmente come il denaro.

Così le banche, per ovviare all'esigenza di liquidità, si affidarono sempre più a operazioni di cartolarizzazione.

Come funziona? Le banche commerciali vendono parte dei mutui a società terze in cambio di denaro e titoli a breve termine. Queste società di investimento, dette società veicolo, transformano i pacchetti di mutui in titoli speculativi, per poi rivenderli a investitori in cambio di denaro.

Riuscendo a vendere parte dei mutui immediatamente, le banche persero interesse nel valutare il livello di solvibilità di un cliente e presto iniziarono a erogare mutui senza effettuare i controlli necessari. DI conseguenza, spesso furono erogati mutui a prestanome o senza chiedere informazioni dettagliate sul cliente, aumentando drasticamente non solo il rischio di insolvibilità, ma anche il rischio di frode.

Tuttavia, le banche riuscirono a espandersi moltissimo, e grazie alla cartolarizzazione, riuscivano ad avere la liquidità necessaria per erogare altri mutui.

Ovviamente, ciò creava un circolo vizioso: 
bassi interessi e bassi requisiti dei mutui = più domanda di abitazioni = più mutui erogati = aumento dei prezzi delle case.

Ma anche: 
più mutui erogati = maggiore diffusione dei titoli cartolarizzati

Questi titoli speculativi made in USA infatti iniziarono a diffondersi in tutto il mondo.

E più si diffondevano, più le banche li inserivano in altri prodotti strutturati (CDO, CMO, ABS) per scaricare il rischio di tali mutui su terzi.

Il problema è che questi titoli speculativi erano chiaramente dipendenti dalla solvibilità dei mutui, ma erano divenuti complessi. Le banche avevano unito mutui a basso rischio con mutui ad alto rischio e altri titoli strutturati derivanti da altri titoli strutturati.

Il virus ormai si era diffuso.

3. LA CADUTA

Nel 2004 la FED aumentò i tassi di interesse e le famiglie iniziarono a non riuscire a pagare le quote sempre più onerose dei mutui.

Diminuì la domanda di abitazioni, aumentò l'insolvenza, aumentarono le frodi sui mutui. Scoppiò la bolla poco dopo.

Nel 2007, le istituzioni finanziarie iniziarono a subire gravi perdite:

- Non avevano più liquidità: molti dei debitori non erano in grado di pagare e le case in ipoteca erano invendibili.

- I debitori insolventi non erano perseguibili legalmente, perché la banca non aveva dati corretti o non aveva raccolto i dettagli necessari al momento di erogazione del mutuo.

- I titoli cartolarizzati persero tutto il loro valore, perché appunto dipendevano dalla solvibilità dei pacchetti di mutui su cui erano costruiti (dette tranches).

- Nessuno era disposto a far loro credito, in quanto erano diventate anch'esse, le banche, completamente insolventi. Questo aumentò il tasso di interesse interbancario e determinò la crisi di liquidità tra gli istituti.

Ciò è sia causa che conseguenza della crisi di fiducia che si creò nei confronti degli istituti di credito internazionali. Crisi sicuramente alimentata dal fallimento della Lehman Brothers nel 2008.

4. DIFFUSIONE E SALVATAGGIO

La crisi si trasmette in Europa a causa del tracollo dei titoli strutturati acquistati dagli investitori europei e si trasmette all'economia reale subito dopo, con riduzione di occupazione, reddito e commercio internazionali.

Per evitare il fallimento di istituti bancari e quindi per bloccare la situazione di crisi, i governi nel 2008 finanziarono gli istituti in maggiore difficoltà con interventi di salvataggio e nazionalizzazione di alcune banche.

Ciò portò i governi ad indebitarsi severamente nel corso di quegli anni. Nel complesso gli aiuti erogati dai governi alle banche dei rispettivi sistemi nazionali raggiungono i 3.166 miliardi di euro in Europa, sotto forma di garanzie (2.443 miliardi), ricapitalizzazioni (472 miliardi) e linee di credito e prestiti (251 miliardi; dati MBRES a dicembre 2013 - CONSOB).

La crisi ha insegnato al mercato l'importanza di avere gli istituti finanziari sotto controllo. Dopo la Grande Recessione, i governi internazionali si sono adoperati per garantire una regolamentazione severa per il mercato e i requisiti per accedere a prodotti e servizi di finanziamento.

Tuttavia, l'economia è ciclica e la probabilità che ci sarà un'ennesima crisi è certa.

Per noi privati, ciò che serve per evitare che catastrofi come quella del 2007-2008 prosciughino i nostri conti e distruggano i nostri sogni è avere educazione finanziaria.

Noi di Mata&Associates lavoriamo per aiutarti a crescere e ad evitare di rimanere scottato (o peggio, ustionato) da crisi di questo tipo.

Se sei interessato, clicca qui per sapere cosa facciamo.

Se invece vuoi approfondire l'argomento, consiglio: "Big Debt Crises", di Ray Dalio (2018).

Se non hai voglia di leggere ma ti interessa un film sull'argomento, guarda: "La Grande Scommessa" (2015).
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Luigi Matarazzo
Luigi è un imprenditore italiano e investment banker con esperienza pluriennale nei mercati finanziari e in operazioni di investimento del settore finanziario della City, a Londra. Ha un track record per aver battuto il rendimento di mercato negli anni seguendo le orme del "Value Investing", filosofia e materia insegnata da Benjamin Graham e adottata dall'illustre Warren Buffet da più di 70 anni. 
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