- Il primo è la tecnologia e l'istruzione;
- il secondo è la produzione, quanto è forte l'economia;
- il terzo è il commercio;
- il quarto è militare;
- il quinto è la solidità del mercato finanziario;
- e il sesto è lo stato della moneta di riserva.
In grigio, le guerre che sono state combattute nei rispettivi periodi.
Mettere insieme le statistiche dei secoli passati fino ad ora è utile per capire i trend che avvengono ai giorni nostri e per formulare teorie di come potrebbero andare le cose.
Per fare un esempio, prendiamo gli anni alla fine 1500 e primi del 1600, quando gli Olandesi avevano delle navi che potevano commerciare velocemente e in grandi quantità in tutto il mondo. Il commercio e il mondo intero erano alla loro mercé, perché grazie al vantaggio competitivo delle navi riuscivano ad essere più efficienti a livello marittimo, commerciale, militare e produttivo.
Statisticamente governavano e gestivano il 50% del commercio mondiale. Per capire come questo si relaziona agli altri fattori basta pensare a come effettivamente andò per l'impero Olandese in quel periodo.
Quando si espansero infatti, attraverso le loro imprese, ebbero la necessità di essere difesi. Di conseguenza, dovettero creare, assumere e addestrare militari e milizie per proteggere le loro rotte commerciali da pirateria e conflitti con paesi rivali. Di conseguenza, il mercato militare crebbe in funzione di quello commerciale in maniera parallela.
Inoltre, il continuo spostamento di risorse in giro per il mondo, creò un livello di scambio talmente alto che la valuta di riserva internazionale divenne rapidamente il Fiorino Olandese. Di conseguenza, si svilupparono centri finanziari. Le imprese ottenevano finanziamenti, aumentavano i propri capitali, investivano e creavano altre imprese grazie al mercato finanziario olandese e la relativa valuta.
Amsterdam è stata il centro dei mercati finanziari mondiali come risultato di ciò.
Questo esempio per dire che i dati di cui sopra sono estremamente collegati e fanno riferimento a una situazione economica comune, che deve essere analizzata in toto.
Tuttavia, il mercato olandese non è riuscito a mantenere quel livello di commercio e industrializzazione. Nel tempo, ci sono state forze che hanno portato al loro declino.
Forze che tipicamente sono una combinazione di livelli più elevati di indebitamento, vantaggio competitivo di competitors esistenti, avanzamento tecnologico e guerre.
Una causa della fine dell’impero olandese fu la proliferazione dell’impero britannico, una “economia emergente” a quei tempi, che conquistò le Indie grazie alla forza del proprio esercito e con navi costruite proprio da ingegneri olandesi, prontamente assunti dall’Inghilterra per avere un vantaggio competitivo nei confronti della rivale, appunto, l’Olanda.
Questo e altri elementi portarono alla fine dell’impero conosciuto, che sembrava destinato a continuare a decidere le leggi del commercio del mondo intero, e un nuovo attore economico si insediò velocemente e rapidamente nella scena internazionale.
Ad oggi, si può vedere l'emergere della Cina in modo paragonabile al passato. Pertanto, non solo non c’è nulla di nuovo in questo, ma era anche decisamente molto atteso.
Gli Stati Uniti vedono la Cina come un potenziali rivale, che non solo può competere in ogni ambito economico (vedremo più avanti), ma può anche sottrargli il primato di potenza mondiale.
Come successe nei secoli passati e come è ovvio, ciò crea conflitti, tensioni e, potenzialmente, guerre.
PERCHÉ INVESTIRE IN CINA
Tornando quindi più decisi verso la Cina e la sua avanzata, argomento principale di questo articolo: perché investire in questo paese semi-emergente?
Pensaci.
Non avresti investito in Olanda, durante gli anni dell'impero commerciale olandese?
Non avresti voluto investire nella rivoluzione industriale e nell'impero britannico?
Non avresti voluto investire nel mercato finanziario degli Stati Uniti all’alba del boom economico post-guerra?
Investire in Cina in questo momento è paragonabile alle situazioni di cui sopra, ma ai tempi odierni.
Guardando la crescita dei mercati, negli ultimi 10 anni, il mercato azionario cinese è aumentato di quattro volte la capitalizzazione di mercato. I mercati obbligazionari, combinando sia i mercati dei titoli di Stato che quelli societari, sono aumentati di sette volte. E sono ciascuno il secondo mercato più grande del mondo.
Tuttavia, siamo in un mondo in cui esiste una tendenza ad essere scettici nei confronti delle cose nuove, a prescindere dal contesto e dalla potenzialità. Invece di studiarle e valutare pro e contro, vince il pregiudizio che, ovviamente, in finanza ha un costo.
Anche questo, non è diverso dal passato.
Negli anni 50-60, i fondi di investimento investivano per la maggior parte in bonds e le azioni erano viste con scetticismo.
Poi, qualche anno dopo, tutti si buttarono sulle azioni, dopo aver visto il guadagno che si poteva riscontrare con esse.
Recentemente i fondi hanno iniziato ad investire in titoli internazionali, ma ancora in molti preferiscono rimanere in azioni locali, valutando (spesso senza analisi accurate) che i titoli esteri/stranieri siano troppo rischiosi.
Ora abbiamo il mercato semi-emergente della Cina in estrema espansione e pronto a superare quello degli USA. Eppure, è visto con scetticismo e non è capito dagli investitori, che ne restano fuori, potenzialmente perdendosi (e già in parte è stato così) un grandissimo rally positivo della storia della finanza internazionale.
Parlando chiaramente, è ovvio che investire tutto il portafoglio in titoli cinesi è rischioso. Ma il rischio deriva dalla non-diversificazione, più che dal paese in sé. Ne parleremo meglio più in là in questo articolo.
In generale, come regola di base, bisogna diversificare e costruire il proprio portafoglio con attenzione. Non farlo, non è intelligente, perché porta a concentrare il rischio in un unico asset.
Per capirci, investire solamente in azioni Amazon ti espone al rischio di veder fallire la società e perdere tutti i suoi soldi con essa. Viceversa, diversificare appropriatamente ti rende indipendente da questa variabile, o almeno, meno dipendente da essa. La stessa cosa vale con USA e Cina.
Non è scopo di questo articolo costruire un portafoglio valido. Tuttavia, un’idea generale potrebbe essere decidere di investire in entrambi i cavalli, USA e Cina, ed avere benefici su entrambe le economie.
TIMING
Il tempismo è un problema o bisogna ignorarlo completamente?
Per il risparmiatore medio, la cosa migliore è investire a lungo termine con una strategia di mitigazione del rischio solida, a costo di qualche punto percentuale di rendimento.
Tuttavia, parlando di timing: sì, è sicuramente importante.
Quindi se vuoi investire in Cina, ma aspetti che tutto sia cristallino, chiaro, sicuro, già testato, ti perderai il giusto timing di entrata e pagherai un prezzo più alto rispetto a quello che avresti pagato investendo precocemente. Questo non significa che decidere di aspettare possa essere una strategia vincente, ma è importante capire l'importanza di cavalcare l'onda al momento giusto.
Riguardo il futuro della Cina, la vera domanda è: ci sarà una guerra con gli USA oppure no?
Come già accennato, non sarà una guerra classica. Ma se USA e Cina non si tireranno indietro, non troveranno accordi e inizieranno un conflitto, allora le cose cambiano.
In quel caso, uno scenario probabile sarà una ristrutturazione mondiale in termini di cambiamenti commerciali nel processo di produzione e distribuzione di merci. Un innalzamento dei prezzi di importazione dei beni dalla Cina creerebbe un trend inflazionistico molto forte che potrebbe portare a instabilità di carattere finanziario, se non gestito adeguatamente dalle banche centrali mondiali.
Ma non credo che una guerra commerciale tra i due paesi possa bloccare l’evoluzione della Cina, piuttosto, credo che saranno gli Stati Uniti a dover correre ai ripari. Questo perché la Cina ha, sulla carta, statistiche migliori. Minor debito pubblico, PIL più alto, una demografia del paese più solida, un rapporto import-export più competitivo. Tuttavia, i fattori in gioco sono talmente tanti che non è semplice prendere in causa tutte la variabili, tantomeno in qualche riga di un articolo.
Quindi sì, per tornare al punto, direi che questo è il momento di investire in Cina per approfittare della crescita economica.
Un punto interessante è che recentemente alcuni titoli cinesi sono stati inclusi negli indici MSCI e probabilmente vedremo altri eventi come questo, a conferma del fatto che il mercato finanziario cinese si sta sempre più aprendo e sta accelerando.
Il resto poi è nelle tue mani, vuoi essere in anticipo o in ritardo?
RISCHIO
Quanto è rischioso investire in Cina?
La realtà è che ogni investimento comporta dei rischi. Quindi la premessa è che stiamo parlando di rischio relativo.
Se guardiamo i mercati che ci sembrano più solidi, basandoci sul concetto di rischio relativo e lasciandoci alle spalle i nostri bias cognitivi, troviamo diversi elementi di rischio anche in essi.
Ad esempio, investire in Europa può essere molto rischioso. La politica monetaria ultra-regolamentata è senza stimoli e stagnante, c’è frammentazione politica e tensione interna, non sta attivamente partecipando alla rivoluzione tecnologica, non c’è una visione inclusiva tra stati comunitari, tutti fenomeni da tener conto quando si decide di investire in titoli europei.
Anche gli Stati Uniti possono essere rischiosi a modo loro. Il divario di ricchezza tra ricchi e poveri molto alto, il sistema politico controverso, il fenomeno demografico, anche questi sono fenomeni da tenere in considerazione e che comportano dei rischi intrinsechi, soprattutto guardando in un’ottica di lungo periodo.
I mercati emergenti hanno i loro rischi distinti, anche la Cina. Primo tra tutti la volatilità che i mercati dei paesi emergenti tendono ad avere- sempre molto alta. In secondo luogo, le economie dei paesi emergenti, non sono mai "emerse" realmente e non hanno mai rappresentato un vero ostacolo per gli USA o gli altri attori internazionali.
La differenza è che, guardando alla Cina, la prospettiva è più rosea dei mercati finanziari europei e statunitensi, e soprattutto la Cina è un paese che sta davvero "emergendo", divenendo rapidamente un paese sviluppato.
Inoltre, i cinesi hanno più capacità di trattare con politica fiscale e monetaria rispetto agli altri attori economici. Infatti, una delle grandi preoccupazioni per le economie occidentali, principalmente Europa e Stati Uniti, è l’incapacità delle banche centrali di essere efficace quando i tassi di interesse sono vicini allo zero. In Europa il problema è ancora più accentuato considerando che ogni paese gestisce la propria politica fiscale attivamente, spesso non in linea con le direttive della BCE.
La Cina dal canto suo ha meno problemi, anche dal punto di vista di regolamentazione dei mercati. Ciò crea inefficienze e potenziali problemi da risolvere, soprattutto in ottica di un'integrazione più solida nei mercati occidentali, molto restrittivi in termini di norme di conformità, ma crea anche potenziale crescita, e rapida, perché in un certo senso più efficiente.
Ovviamente non è possibile trattare di tutti questi argomenti in un articolo, perciò vi invito ad approfondire queste affermazioni autonomamente.
COME INVESTIRE IN CINA
Quindi come investire nel mercato cinese?
In realtà, non in maniera diversa di come investiresti in altri posti.
I mercati pubblici, più comuni, forniscono la liquidità, la diversificazione giusta, la capacità di riequilibrare e spostare/ritirare fondi velocemente nel caso ce ne sia bisogno. Si potranno vedere capitalizzazioni accelerare nei mercati azionari, obbligazionari, di obbligazioni societarie. La previsione è che tutti gli strumenti finanziari avranno una crescita sostanziosa, sostenuta soprattutto dal flusso di capitali esteri in arrivo ad aumentarne la domanda.
Con il tempo, ci si può aspettare che questi mercati diverranno più grandi dei mercati che abbiamo nel resto del mondo, pareggiando e potenzialmente superando quello degli USA.
I mercati privati, più difficilmente raggiungibili per un investitore medio, aprono invece nuove frontiere nel mondo dell’imprenditorialità, soprattutto nei campi tecnologico ed energetico.
Per mettere questo in prospettiva, la Cina è attualmente:
#1 nel fintech
(tecnologia finanziaria)
#3 nell'IA e machine learning
(intelligenza artificiale)
#2 nei dispositivi indossabili
(wearables technology)
#2 nella realtà virtuale
#2 nella tecnologia dell'istruzione
(strumenti tecnologici per l'apprendimento)
#2 nella guida automatica
…e stanno correndo velocemente per raggiungere la prima posizione in tutti questi settori (dati 2017).