Hai deciso di investire i tuoi soldi, sei andato in banca, il consulente ti ha proposto roba che non capivi, ti sei fidato e hai firmato qualche carta. Ora il tuo denaro è nelle mani di persone a te sconosciute, non sai che fine ha fatto, come viene gestito e in che cosa è investito, e SPERI che aumenterà nel futuro.
"Si, ma la commissione era bassa, pago solo il 2% annuo! Ho fatto un affare... e poi il consulente è un amico, di sicuro mi ha consigliato l'investimento giusto per me"
Questo è quello che succede la maggior parte delle volte. La banca e il consulente ti vendono un prodotto che non conosci, che non capisci e tu ti fidi che sia quello giusto per te.
Sei religioso? Questa è fede.
Ora, prima di entrare nel dettaglio e farti capire cosa succede in una situazione come questa (che è all'ordine del giorno), spiegandoti perché un approccio è migliore dell'altro e perché è importante conoscere dove si investe, lasciami spiegare con una metafora.
Se tu avessi un negozio e io entrassi dicendoti: "Tieni, questi sono 100€, non so nulla di ciò che vendi, perciò vendimi ciò che vuoi". Tu cosa faresti?
Se fossi un bravo commerciante e imprenditore, mi venderesti il prodotto che a te costa meno, così da realizzare il miglior profitto possibile.
Se fossi un dipendente e non il titolare del negozio, probabilmente mi venderesti ciò che ti ha indicato di vendere il tuo manager.
Se fossi un rappresentante che vende a commissioni, mi venderesti il prodotto che a te rende di più.
Se fossi un mio amico, mi daresti dell'idiota e mi diresti di tornare con le idee chiare.
Ora pensate che quando investite senza avere consapevolezza di cosa comprate, voi fate la stessa identica cosa. Comprate il primo prodotto che vi capita e che non vi serve, affidandovi al commerciante, che ha tutt'altre priorità e interessi diversi dai tuoi.
La banca decide dall'alto quali fondi dovranno essere venduti per maggior profitto aziendale, il manager istruisce i venditori a vendere quei determinati prodotti e il consulente te li vende.
Questa è fede e speranza che il prodotto scelto sia quello giusto.
Come premessa credo sia sufficiente. Ora, è necessario invertire la tendenza: vai in banca per comprare ciò che ti serve, non andarci per farti vendere cose non necessarie.
Gestione Attiva vs Gestione Passiva
Conoscere la differenza tra gestione attiva e passiva dei tuoi investimenti e fondamentale per capire qual è la migliore soluzione quando investi. Definiamole:
Gestione attiva
I tuoi soldi sono affidati a un fondo comune di investimento gestito da un fund manager, che sceglie le azioni e i prodotti migliori da comprare per massimizzare i rendimenti. I tuoi soldi, insieme a quelli di altri investitori, sono quindi dati in gestione a un team di analisti che tentano di prevedere i trend di mercato e scegliere gli asset più performanti su cui investire. L'obiettivo è battere il mercato e superare i rendimenti degli indici/parametri di riferimento.
Per fare ciò, tu paghi una commissione intorno al 2% annuo (media in Italia) dei soldi che hai investito. Investi 100.000€? Paghi 2.000€ annuo per la gestione. Inoltre, il fondo ha diversi costi sussidiari e nascosti in base alla sua composizione. Ne parlo meglio
qui.
I fondi comuni di investimento possono essere flessibili, quindi hanno un ampio spettro di manovra (geograficamente, di prodotti, di asset), o più selettivi e limitati, i fondi semi-attivi. Per investire in entrambi serve una quota minima di investimento stabilità dal fondo stesso.
Gestione passiva
In questo caso, i tuoi soldi sono allocati in un portafoglio che ha l'obiettivo di ottenere dei rendimenti che replicano un determinato mercato, indice o performance di un settore. L'obiettivo può avere un parametro assoluto, cioè raggiungere un determinato valore di riferimento, oppure può averne uno relativo, in cui si tenta di investire "con il mercato", piuttosto che tentare di batterlo, ciò si chiama "benchmarking".
Tramite gestione passiva, il gestore tenta di seguire l'andamento del parametro di riferimento, quindi tenta di replicare esattamente le sue performance. Siccome ciò non richiede una gestione attiva da parte del fornitore del servizio, i costi annuali sono nettamente inferiori. Per fondi indicizzati, i costi sono davvero bassi e si aggirano sotto lo 0,1%, e.g. Vanguard S&P 500 ETF (VOO) che ha lo 0,03% di commissioni annue.
Esistono due categorie per la gestione passiva, i Fondi Indicizzati (Index Funds) e gli ETFs (Exchange-Traded Funds). Le differenze ci sono, ma sono tecniche e esulano da questa discussione. Sappiate solamente che gli ETFs hanno costi minori, si possono scambiare intraday pagando una commissione e coprono panieri più vari, mentre gli Index Funds hanno costi leggermente maggiori, sono scambiati a fine giornata al Net Asset Value (NAV) senza commissioni aggiunte e replicano gli indici di mercato.
Solitamente gli Index Funds sono preferiti per l'investitore privato medio, ma se investi con una visione di lungo periodo le differenze sono minime, basta saper riconoscere gli ETFs più sicuri da comprare.
Costi di gestione
Ora analizziamo perché i costi di gestione sono importanti. Starete pensando: "Che cambia tra 2% e 0,1%? E' comunque un basso valore!"
Vediamolo subito con un esempio:
Immagina di aver investito $100.000. Se il tuo conto ha avuto un rendimento del 6% annuo nei successivi 25 anni e non hai avuto nessun costo di commissione addebitato, avrai ottenuto circa $430,000.
Se invece ti saranno stati addebitati il 2% di commissioni annue, dopo 25 anni ti ritrovi con $260.000.
Sotto una grafica che lo illustra: