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Fondi comuni di investimento? No, grazie.
- Luigi Matarazzo, 06 Gen 2019
Se non siete esperti di finanza, non mettete soldi in fondi comuni di investimento. Se siete esperti di finanza, non volete mettere soldi in un fondo comune di investimento. Chiaro e semplice. 

Potreste fidarvi ciecamente di ciò che vi dico e andar via solamente con questa frase che vi salverà soldi e frustrazioni. Tuttavia, per onore della scienza, andremo ad approfondire le motivazioni per cui i fondi comuni di investimento sono un prodotto da evitare, se non sai cosa stai facendo. 

Costi di commissione
Una delle ragioni risiede ovviamente nei costi di commissione che devi pagare per la gestione attiva del fondo comune. Le spese di commissione sono calcolate in percentuale e in base al totale presente nel conto di investimento. 

Nell'articolo di Forbes "How Much Do Mutual Funds Really Cost?" di Kenneth Kim, l'autore spiega chiaramente quali sono i costi associati all'apertura, gestione e mantenimento del fondo e li divide in semplici categorie per semplificare il più possibile: 

- Costi "rivelati" al cliente: cioè costi che sono attivamente spiegati al cliente al momento dell'acquisto di un fondo, come le commissioni di entrata, le commissioni di uscita, commissioni di acquisto, di scambio, di mantenimento del conto, di distribuzione, amministrative, etc. 

- Costi "nascosti" al cliente: cioè le commissioni o i costi "indiretti" che paghi durante la gestione del fondo stesso. Ad esempio quando il fondo comune effettua operazioni di trading o compra titoli, paghi indirettamente le commissioni di intermediazione. Oppure paghi il "cash drag", cioè il costo indiretto relativo alla liquidità che il fondo deve avere (una parte dei tuoi soldi non è, quindi, investito per garantire liquidità al fondo). Tutte le commissioni che i gestori tendono a non rivelare perché, secondo loro: "non accade spesso che il cliente le paghi", come le commissioni di passaggio da un fondo a un altro o le spese di riscatto nel caso tu voglia vendere il tuo fondo.

- Costi derivanti da inefficienza fiscale: cioè, detto in breve, sei costretto ad "aiutare" il fondo comune a pagare le tasse sulla plusvalenza che realizza quando vende un titolo, anche se tu in realtà lo hai pagato un prezzo più alto (avendo comprato il fondo successivamente). Ecco un chiaro esempio fornito dallo stesso articolo di Forbes: Marco compra un fondo comune che contiene un titolo dal valore di 50$. Dopo un mese, il titolo scende a 40$ e Marco perde soldi. Tuttavia, il fondo comune ha comprato inizialmente quel titolo a 30$ e ora lo rivende a 40$, quindi al contrario di Marco, il fondo ha avuto una plusvalenza di 10$. Nel nostro caso, non solo Marco ha perso soldi, ma dovrà anche contribuire a pagare le tasse sulla plusvalenza che il fondo avrà realizzato.

- Comportamenti "poco etici": cioè le pratiche che i fondi comuni adoperano per attrarre potenziali clienti. Pratiche subdole perché tentano di mascherare il vero, cercando di mostrare un prodotto più allettante di quello che in realtà è. Ora, i fondi comuni non sono i primi né gli ultimi a comportarsi "da venditori", tuttavia, quando ci sono in gioco i soldi di imprese e risparmiatori, ciò diventa poco etico, soprattutto quando si abusa della poca attenzione dei risparmiatori. Alcune di queste manovre sono il window-dress e il risk-shifting, cioè rispettivamente vendere i titoli poco performanti e rischiare eccessivamente prima del rapporto quadrimestrale per far sembrare di avere i titoli giusti o migliori rendimenti, e lo "shirking", che accade quando si sospetta che un asset manager favorisca investitori istituzionali rispetto a fondi con investitori principalmente individuali.

Stima dei costi
Ok bene, ora immagino vi stareste chiedendo: "si ma quanto mi costa tutto questo?". A mio avviso, dopo la suddetta spiegazione, dovreste già aver capito che i fondi comuni sono da evitare, se non hai esperienza in merito e sai quando e come investirci. Tuttavia, avere una chiara stima porta solo benefici. Quindi lasciamo parlare i numeri.

Kenneth Kim di Forbes (2016) stima che nella peggiore delle ipotesi, un fondo comune potrebbe vampirizzarvi il 6.28% dei rendimenti conseguiti. Se quindi avete investito 100,000$ in un fondo comune e il mercato vi ripaga con un rendimento dell'8%, dovreste in via teorica avere un aumento di 8,000$ di capitale, giusto? Ebbene, secondo le stime di Forbes, un fondo può arrivare a cannibalizzarvi 6,220$, lasciandovi con solo 1,780$ nel conto. 

Ovviamente, non sempre la percentuale è così alta. In un precedente articolo, sempre Forbes dichiara che il costo medio di un fondo comune di investimento è del 3.17%, che sono comunque moltissimi soldi l'anno, soprattutto in un ottica di interesse composto. 

I famosi rendimenti garantiti
Inoltre, i rendimenti non solo non sono assicurati, ma spesso sono anche inferiori al "mercato", cioè allo S&P 500, facilmente scambiabile come ETF pagando una commissione dello 0,04% (ETF Vanguard). Uno studio condotto dal 1984 al 1998, ha dimostrato che solo 8 fondi su 200 hanno superato l'indice S&P 500 a livello di rendimenti, il che significa che avete il 4% di possibilità di scegliere il fondo giusto che batterà il mercato. Senza considerare le commissioni. 

Secondo Dalbar, un azienda specializzata in ricerca nel settore della finanza, dal 1993 al 2013, lo S&P 500 ha realizzato il 9,98% annuo, mentre il fondo comune di investimento medio ha realizzato il 2,54%, sempre escluse commissioni. 

E per continuare, forse non avete considerato che se alla fine dell'annata non avete avuto rendimenti perché il mercato è stato "fermo", o avete avuto dei rendimenti negativi perché il mercato è stato "bear", beh, le commissioni sui fondi comuni le pagate lo stesso. D'altronde, anche loro devono mangiare no?

Impiegato del mese
Il consulente finanziario di una banca che ti consiglia i fondi comuni di investimento fa gli interessi... della banca. Non i tuoi, ma quelli della banca, perché lo stipendio glielo paga la banca, non tu. Quindi è decisamente importante che voi prima di investire abbiate una consulenza indipendente, che vi possa garantire un investimento sicuro e su misura per le vostre necessità. La differenza è che il consulente indipendente si prende un pagamento forfettario e quindi ha tutto l'interesse che i vostri investimenti siano profittevoli, perchè in quel caso tornerete da lui per una seconda consulenza. 

Non fidatevi dell'impiegato del mese della banca sotto casa, a volte ne sa solo poco più di voi. Non è un esperto, e a volte nemmento sa cosa ci fa a finire dentro quel fondo. Fatevi consigliare da un consulente indipendente, o, anche meglio, educatevi finanziariamente così da sapere esattamente cosa pagate, dove investite e i rischi che correte. Vi assicuro, ne vale la pena!

Conclusione
Quindi, per concludere, non credo vogliate frequentare vampiri e cannibali. Ovviamente, c'è da dire che se avete il denaro per poter usufruire di hedge funds miliardari come Bridgewater o il fondo di Soros, allora la gestione attiva può davvero battere il mercato. Io darei i miei soldi a quei signori, anche se mi dovessero chiedere il 3-4% di rendimento. 

Tuttavia, nella media è stato riscontrato che i fondi comuni di investimento vendono solo promesse. Ci sono tantissimi metodi migliori di questo per poter investire i propri soldi in modo profittevole, con meno rischi e più successo. 

Basta cercare, e se state cercando, forse avete trovato il posto giusto. Noi di M&A ti guideremo passo per passo verso la tua educazione finanziaria, insegnandoti ad investire, gestire il tuo denaro e il tuo tempo, così che tu possa camminare con le tue gambe nel mondo della finanza. 

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Luigi Matarazzo
Luigi è un imprenditore italiano e investment banker con esperienza pluriennale nei mercati finanziari e in operazioni di investimento del settore finanziario della City, a Londra. Ha un track record per aver battuto il rendimento di mercato negli anni seguendo le orme del "Value Investing", filosofia e materia insegnata da Benjamin Graham e adottata dall'illustre Warren Buffet da più di 70 anni. 
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